Romani 1
 
      PAOLO, servo di Gesù Cristo, chia-
    mato ad essere apostolo, appartato 
  2 per l'Evangelo di Dio, il quale egli 
    avea innanzi promesso, per li suoi 
  3 profeti, nelle scritture sante, intorno
    al suo Figliuolo, Gesù Cristo, nostro
  4 Signore; fatto del seme di Davide,
    secondo la carne; dichiarato Figliuol
    di Dio in potenza, secondo lo Spirito 
    della santità, per la risurrezione da'
  5 morti; per lo quale noi abbiam rice-
    vuta grazia ed apostolato, all'ub-
    bidienza di fede fra tutte le genti,
  6 per lo suo nome; fra le quali siete
    ancora voi, chiamati da Gesù Cristo; 
  7 a voi tutti che siete in Roma, amati 
    da Dio, santi chiamati: grazia, e 
    pace da Dio, nostro Padre, e dal 
    Signor Gesù Cristo. 

  8   IMPRIMA io rendo grazie all'Iddio 
    mio per Gesù Cristo, per tutti voi, 
    che la vostra fede è pubblicata per
  9 tutto il mondo. Perciocchè Iddio, al
    quale io servo nello spirito mio, nel-
    l'evangelo del suo Figliuolo, mi è testi-
    monio, ch'io non resto mai di far
 10 menzione di voi; pregando del con-
    tinuo nelle mie orazioni di poter ve-
    nire a voi; se pure, per la volontà di 
    Dio, in fine una volta mi sarà porta
 11 la comodità di fare il viaggio. Per-
    ciocchè io desidero sommamente di
    
    vedervi, per comunicarvi alcun dono 
    spirituale, acciocchè siate confer-
 12 mati. E questo è, per esser con-
    giuntamente consolato in voi, per la 
    fede comune fra noi, vostra e mia. 
 13   Ora, fratelli, io non voglio che igno-
    riate che molte volte io ho proposto di 
    venire a voi, acciocchè io abbia
    alcun frutto fra voi, come ancora fra 
    le altre genti; ma sono stato im-
 14 pedito infino ad ora. Io son debi-
    tore a'Greci, ed ai Barbari; a'savi,
 15 ed a'pazzi. Così, quant'è a me, io
    son pronto ad evangelizzare eziandio
    a voi che siete in Roma. 

 16   PERCIOCCHÈ io non mi vergogno
    dell'evangelo di Cristo; poichè esso è
    la potenza di Dio in salute ad ogni cre-
    dente; al Giudeo imprima, poi anche
 17 al Greco. Perciocchè la giustizia di
    Dio è rivelata in esso, di fede in fede;
    secondo ch'egli è scritto: E il giusto
    viverà per fede.

 18   POICHÈ l'ira di Dio si palesa dal
    cielo sopra ogni empietà, ed ingiu-
    stizia degli uomini, i quali ritengono
 19 la verità in ingiustizia. Imperocchè,
    ciò che si può conoscer di Dio è mani-
    festo in loro, perciocchè Iddio l'ha
 20 manifestato loro. Poichè le cose in-
    visibili d'esso, la sua eterna potenza,
    e deità, essendo fin dalla creazion del
    
    mondo intese per le opere sue, si veg-
    gono chiaramente, talchè sono ine-
 21 scusabili. Perciocchè, avendo cono-
    sciuto Iddio, non però l'hanno glorifi-
    cato, nè ringraziato, come Dio; anzi
    sono invaniti nei lor ragionamenti, e
    l'insensato lor cuore è stato intene-
 22 brato. Dicendosi esser savi, son di-
 23 venuti pazzi. Ed hanno mutata la
    gloria dell'incorruttibile Iddio nella
    simiglianza dell'immagine dell'uomo
    corruttibile, e degli uccelli, e delle
    bestie a quattro piedi, e de'rettili.
 24   Perciò ancora Iddio li ha abbando-
    nati a bruttura, nelle concupiscenze 
    de'lor cuori, da vituperare i corpi loro 
 25 gli uni con gli altri. Essi, che hanno
    mutata la verità di Dio in menzo-
    gna, ed hanno adorata e servita la
    creatura, lasciato il Creatore, che è
    benedetto in eterno. Amen.
 26   Perciò, Iddio li ha abbandonati ad
    affetti infami; poichè anche le lor
    femmine hanno mutato l'uso na-
    turale in quello che è contro a natura.
 27 E simigliantemente i maschi, lasciato
    l'uso natural della femmina, si sono
    accesi nella lor libidine gli uni inverso
    gli altri, commettendo maschi con
    maschi la disonestà, ricevendo in loro
    stessi il pagamento del loro errore
    qual si conveniva.
 28   E, siccome non hanno fatta stima
    di riconoscere Iddio, così li ha Iddio
    abbandonati ad una mente reproba,
    da far le cose che non si convengono;
 29 essendo ripieni d'ogni ingiustizia, di
    malvagità, di cupidigia, di malizia;
    pieni d'invidia, d'omicidio, di con-
 30 tesa, di frode, di malignità; cavil-
    latori, maldicenti, nemici di Dio,
    ingiuriosi, superbi, vanagloriosi, in-
    ventori di mali, disubbidienti a padri
 31 ed a madri; insensati, senza fede ne'
    patti, senza affezion naturale, im-
 32 placabili, spietati. I quali, avendo
    riconosciuto il diritto di Dio, che
    
    coloro che fanno cotali cose son de-
    gni di morte, non solo le fanno, ma
    ancora acconsentono a coloro che le
    commettono.
 
    Romani 2 
 
      PERCIÒ, o uomo, chiunque tu sii,
    che giudichi, tu sei inescusabile;
    perciocchè, in ciò che giudichi altrui,
    tu condanni te stesso; poichè tu che 
  2 giudichi fai le medesime cose. Or 
    noi sappiamo che il giudicio di Dio è, 
    secondo verità, sopra coloro che fanno 
  3 cotali cose. E stimi tu questo, o uo-
    mo, che giudichi coloro che fanno 
    cotali cose, e le fai, che tu scamperai
  4 il giudicio di Dio? Ovvero, sprezzi 
    tu le ricchezze della sua benignità, 
    e della sua pazienza, e lentezza ad
    adirarsi; non conoscendo che la be-
    nignità di Dio ti trae a ravvedi-
  5 mento? Là dove tu, per la tua du-
    rezza, e cuore che non sa ravvedersi,
    ti ammassi a guisa di tesoro ira, nel
    giorno dell'ira, e della manifestazione 
  6 del giusto giudicio di Dio. Il quale
    renderà a ciascuno secondo le sue 
  7 opere; cioè: la vita eterna a coloro 
    che, con perseveranza in buone ope-
    re, procaccian gloria, onore, ed im-
  8 mortalità. Ma a coloro che son con-
    tenziosi, e non ubbidiscono alla veri-
    tà, anzi ubbidiscono all'ingiustizia,
  9 soprastà indegnazione ed ira. Tribo-
    lazione, ed angoscia soprastà ad ogni 
    anima d'uomo che fa il male; del 
    Giudeo primieramente, e poi anche
 10 del Greco. Ma gloria, ed onore, e 
    pace, sarà a chiunque fa il bene; al 
    Giudeo primieramente, poi anche al
 11 Greco. Perciocchè presso a Dio non 
    v'è riguardo alla qualità delle per-
    sone. 
 12   Imperocchè tutti coloro che avran-
    no peccato, senza la legge, periranno 
    senza la legge; e tutti coloro che a-
    vranno peccato, avendo la legge, sa-
    
 13 ranno giudicati per la legge. (Per-
    ciocchè, non gli uditori della legge son
    giusti presso a Dio, ma coloro che 
    mettono ad effetto la legge saranno 
 14 giustificati. Perciocchè, poichè i 
    Gentili, che non hanno la legge, fanno 
    di natura le cose della legge, essi, non 
    avendo legge, son legge a sè stessi; 
 15 i quali mostrano, che l'opera della 
    legge è scritta ne' lor cuori per la 
    testimonianza che rende loro la lor
    coscienza; e perciocchè i lor pensieri 
    infra sè stessi si scusano, od anche si
 16 accusano.) Ciò si vedrà nel giorno 
    che Iddio giudicherà i segreti degli 
    uomini, per Gesù Cristo, secondo il 
    mio evangelo. 

 17   ECCO, tu sei nominato Giudeo, e
    ti riposi in su la legge, e ti glorii in 
 18 Dio; e conosci la sua volontà, e 
    discerni le cose contrarie, essendo am- 
 19 maestrato dalla legge; e ti dài a cre-
    dere d'esser guida de'ciechi, lume 
 20 di coloro che son nelle tenebre; edu-
    cator degli scempi, maestro de'fan-
    ciulli, e d'avere la forma della cono- 
 21 scenza, e della verità nella legge. Tu 
    adunque, che ammestri gli altri, non 
    ammaestri te stesso? tu, che predi-
    chi che non convien rubare, rubi? 
 22 Tu, che dici che non convien com-
    mettere adulterio, commetti adul-
    terio? tu, che abbomini gl'idoli, com-
 23 metti sacrilegio? Tu, che ti glorii
    nella legge, disonori Iddio per la tra-
 24 sgression della legge? Poichè il nome
    di Dio è per voi bestemmiato fra i 
    Gentili, siccome è scritto. 
 25   Perciocchè ben giova la circonci-
    sione, se tu osservi la legge; ma, se 
    tu sei trasgreditor della legge, la tua 
    circoncisione divien incirconcisione. 

 26 Se dunque gl'incirconcisi osservano 
    gli statuti della legge, non sarà la 
    lora incirconcisione reputata circon-
 27 cisione? E se la incirconcisione
    ch'è di natura, adempie la legge, 
    non giudicherà egli te, che, con 
    la lettera e con la circoncisione, sei 
 28 trasgreditor della legge? Percioc-
    chè non è Giudeo colui che l'è in pa- 
    lese; e non è circoncisione quella che
 29 è in palese nella carne. Ma Giudeo è 
    colui che l'è in occulto; e la circon-
    cisione è quella del cuore in ispirito, 
    non in lettera; e d'un tal Giudeo 
    la lode non è dagli uomini, ma da 
    Dio. 
 
    Romani 3 
 
      QUALE è dunque il vantaggio del 
    Giudeo? o quale è l'utilità della cir-
  2 concisione? Grande per ogni manie-
    ra; imprima invero, in ciò che gli ora-
  3 coli di Dio furon loro fidati. Per-
    ciocchè, che è egli, se alcuni sono stati 
    increduli? la loro incredulità annul-
  4 lerà essa la fedeltà di Dio? Così
    non sia; anzi, sia Iddio verace, ed
    ogni uomo bugiardo; siccome è
    scritto: Acciocchè tu sii giustificato 
    nelle tue parole, e vinca quando sei 
  5 giudicato. Ora, se la nostra ingiusti-
    zia commenda la giustizia di Dio, che 
    diremo? Iddio è egli ingiusto, quando 
    egli impone punizione? Io parlo uma-
  6 namente. Così non sia; altrimenti, 
    come giudicherebbe Iddio il mondo? 
  7   Imperocchè, se la verità di Dio per 
    la mia menzogna è soprabbondata 
    alla sua gloria, perchè sono io ancor 
  8 condannato come peccatore? E non 
    dirassi (come siamo infamati, e come 
    alcuni dicono che noi diciamo): Fac-
    ciamo i mali, acciocchè ne avvengano
    i beni? (de'quali la condannazione 
    è giusta). 

  9   CHE dunque? abbiamo noi qual-
    che eccellenza? del tutto no; poichè
    innanzi abbiamo convinti tutti, così
    Giudei, come Greci, ch'essi sono
 10 sotto peccato; siccome è scritto: 
    Non v'è alcun giusto, non pure uno. 
 11 Non v'è alcuno che abbia intendi-
    mento, non v'è alcuno che ricerchi
 12 Iddio. Tutti son deviati, tutti quan-
    ti son divenuti da nulla; non v'è al-
    cuno che faccia bene, non pure uno. 
 13 La lor gola è un sepolcro aperto;
    hanno usata frode con le lor lingue;
    v'è un veleno d'aspidi sotto alle lor
 14 labbra; la lor bocca è piena di 
 15 maledizione e d'amaritudine; i lor 
    piedi son veloci a spandere il sangue; 
 16 nelle lor vie v'è ruina e calamità; e
 17 non hanno conosciuta la via della 
 18 pace; il timor di Dio non è davanti 
    agli occhi loro. 
 19   Or noi sappiamo che, qualunque
    cosa dica la legge, parla a coloro che 
    son nella legge, acciocchè ogni bocca 
    sia turata, e tutto il mondo sia sotto-
 20 posto al giudicio di Dio. Percioc-
    chè niuna carne sarà giustificata di-
    nanzi a lui per le opere della legge; 
    poichè per la legge è data conoscenza 
    del peccato. 

 21   MA ora, senza la legge, la giusti-
    zia di Dio è manifestata, alla quale
    rendon testimonianza la legge ed i 
 22 profeti; la giustizia, dico, di Dio,
    per la fede in Gesù Cristo, inverso 
    tutti, e sopra tutti i credenti, per-
 23 ciocchè non v'è distinzione. Poichè 
    tutti hanno peccato, e son privi della 
 24 gloria di Dio. Essendo gratuita-
    
    mente giustificati per la grazia d'es-
    so, per la redenzione ch'è in Cristo
 25 Gesù. Il quale Iddio ha innanzi
    ordinato, per purgamento col suo
    sangue, mediante la fede; per mo-
    strar la sua giustizia, per la remission
    de'peccati, che sono stati innanzi,
    nel tempo della pazienza di Dio.
 26 Per mostrare, dico, la sua giustizia nel 
    tempo presente, acciocchè egli sia 
    giusto e giustificante colui che è della
    fede di Gesù. 
 27   Dov'è adunque il vanto? Egli è 
    escluso. Per qual legge? Delle ope-
    re? No; anzi, per la legge della fede. 
 28   Noi adunque conchiudiamo che 
    l'uomo è giustificato per fede senza
    le opere della legge.
 29   Iddio è egli Dio solo de'Giudei? non 
    lo è egli eziandio de'Gentili? certo, 
 30 egli lo è eziandio de'Gentili. Poichè 
    v'è un solo Iddio, il quale giustificherà 
    la circoncisione dalla fede, e l'incir-
    concisione per la fede.
 31   Annulliamo noi dunque la legge per
    la fede? Così non sia; anzi stabiliamo 
    la legge. 
 
    Romani 4 
 
      CHE diremo adunque che il padre
    nostro Abrahamo abbia ottenuto 
  2 secondo la carne? Perciocchè, se 
    Abrahamo è stato giustificato per le 
    opere, egli ha di che gloriarsi; ma
    egli non ha nulla di che gloriarsi appo
  3 Iddio. Imperocchè, che dice la scrit-
    tura? Or Abrahamo credette a Dio, e
  4 ciò gli fu imputato a giustizia. Ora, a 
    colui che opera, il premio non è mess
    in conto per grazia, ma per debito.
  5 Ma, a colui che non opera, anzi crede 
    in colui che giustifica l'empio, la sua 
    fede gli è imputata a giustizia.

  6   Come ancora Davide dice la beati-
    tudine esser dell'uomo, a cui Iddio
    imputa la giustizia, senza opere, di-
  7 cendo: Beati coloro, le cui iniquità
    son rimesse, e i cui peccati son co-
  8 perti. Beato l'uomo, a cui il Signore 
    non avrà imputato peccato.
  9   Ora dunque, questa beatitudine 
    cade ella sol nella circoncisione, ovvero
    anche nell'incirconcisione? poichè noi 
    diciamo che la fede fu imputata ad 
 10 Abrahamo a giustizia. In che modo 
    dunque gli fu ella imputata? mentre 
    egli era nella circoncisione, o mentre 
    era nell'incirconcisione? non mentre
    era nella circoncisione, anzi nell'incir-
 11 concisione. Poi ricevette il segno
    della circoncisione, suggello della
    giustizia della fede, la quale egli avea
    avuta, mentre egli era nell'incircon-
    cisione, affin d'esser padre di tutti
    coloro che credono, essendo nell'incir-
    concisione, acciocchè ancora a loro
 12 sia imputata la giustizia; e padre 
    della circoncisione, a rispetto di co-
    loro che non solo son della circonci-
    sione, ma eziandio seguono le pedate
    della fede del padre nostro Abrahamo, 
    la quale egli ebbe mentre era nell'incir-
    concisione. 
 13   Perciocchè la promessa d'essere 
    erede del mondo non fu fatta ad Abra-
    hamo, od alla sua progenie per la 
    legge, ma per la giustizia della fede. 
 14 Poichè, se coloro che son della legge
    sono eredi, la fede è svanita, e la pro-
 15 messa annullata; perciocchè la legge 
    opera ira; ma dove non è legge,
 16 eziandio non vi è trasgressione. Per-
    ciò, è per fede affin d'esser per gra-
    zia; acciocchè la promessa sia ferma
    a tutta la progenie; non a quella sola-
    mente ch'è della legge, ma eziandio a 
    quella ch'è della fede d'Abrahamo; il 
 17 quale (secondo che è scritto: Io ti ho 
    
    costituito padre di molte nazioni), è 
    padre di tutti noi davanti a Dio a cui 
    egli credette, il qual fa vivere i morti,
    e chiama le cose che non sono, come se 
 18 fossero. Il quale contro a speranza
    in isperanza credette; per divenir 
    padre di molte nazioni, secondo che
    gli era stato detto: Così sarà la tua
 19 progenie. E, non essendo punto
    debole nella fede, non riguardò al suo
    corpo già ammortito, essendo egli
    d'eta presso di cent'anni; nè all'am-
    mortimento della matrice di Sara.
 20 E non istette in dubbio per incredu-
    lità intorno alla promessa di Dio;
    anzi fu fortificato per la fede, dando
 21 gloria a Dio. Ed essendo pienamente
    accertato che ciò ch'egli avea pro-
    messo, era anche potente da farlo.
 22 Laonde ancora ciò gli fu imputato a
    giustizia. 
 23   Ora, non per lui solo è scritto che gli
 24 fu imputato. Ma ancora per noi, ai
    quali sarà imputato; i quali crediamo
    in colui che ha suscitato da'morti
 25 Gesù, nostro Signore. Il quale è stato
    dato per le notre offese, ed è risusci-
    tato per la nostra giustificazione.
 
    Romani 5 
 
      GIUSTIFICATI adunque per fe-
    de, abbiam pace presso Iddio, per
  2 Gesù Cristo, nostro Signore. Per lo
    quale ancora abbiamo avuta, per la
    fede, introduzione in questa grazia,
    nella quale sussistiamo, e ci gloriamo
  3 nella speranza della gloria di Dio. E 
    non sol questo, ma ancora ci gloriamo
    nelle afflizioni, sapendo che l'affli-
  4 zione opera pazienza; e la pazienza 
    sperienza, e la sperienza speranza. 
  5 Or la speranza non confonde, per-
    ciocchè l'amor di Dio è sparso ne' 
    cuori nostri per lo Spirito Santo che 
    ci è stato dato. 

  6   Perchè, mentre eravamo ancor sen-
    za forza, Cristo è morto per gli empi,
  7 nel suo tempo. Perciocchè, appena
    muore alcuno per un giusto; ma pur
    per un uomo da bene forse ardirebbe
  8 alcuno morire. Ma Iddio commenda
    l'amor suo verso noi, in ciò che 
    mentre eravamo ancor peccatori,
  9 Cristo è morto per noi. Molto mag-
    giormente adunque, essendo ora giu-
    stificati nel suo sangue, saremo per
 10 lui salvati dall'ira. Perciocchè se,
    mentre eravamo nemici, siamo stati 
    riconciliati con Dio per la morte del 
    suo Figliuolo; molto maggiormente, 
    essendo riconciliati, sarem salvati per
 11 la vita d'esso. E non sol questo, ma
    ancora ci gloriamo in Dio, per lo
    Signor nostro Gesù Cristo, per lo
    quale ora abbiam ricevuta la ricon-
    ciliazione. 

 12   PERCIÒ, siccome per un uomo il
    peccato è entrato nel mondo, e per
    il peccato la morte; ed in questo
    modo la morte è trapassata in tutti
    gli uomini, perchè tutti hanno pec-
 13 cato; (perciocchè fino alla legge il
    peccato era nel mondo; or il peccato 
    non è imputato, se non vi è legge; 
 14 nondimeno la morte regnò da Adamo 
    infino a Mosè, eziandio sopra coloro
    che non aveano peccato alla somi-
    glianza della trasgressione di Adamo, 
    il quale è figura di colui che dovea 
    venire. 
 15   Ma pure la grazia non è come l'offe-
    sa; perciocchè, se per l'offesa dell'uno
    que'molti son morti, molto più è ab-
    bondata inverso quegli altri molti la
    grazia di Dio, e il dono, per la grazia
    dell'un uomo Gesù Cristo.
 16   Ed anche non è il dono come ciò 
    ch'è venuto per l'uno che ha peccato; 
    perciocchè il giudicio è di una offesa a 
    
    condannazione; ma la grazia è di
 17 molte offese a giustizia. Perciocchè,
    se, per l'offesa di quell'uno, la morte
    ha regnato per esso uno; molto mag-
    giormente coloro che ricevono l'ab-
    bondanza della grazia, e del dono del-
    la giustizia, regneranno in vita, per
    l'uno, che è Gesù Cristo).
     
 18   Siccome adunque per una offesa il
    giudicio è passato a tutti gli uomini, 
    in condannazione, così ancora per un 
    atto di giustizia la grazia è passata a 
    tutti gli uomini, in giustificazione di
 19 vita. Perciocchè, siccome per la di-
    subbidienza dell'un uomo que'molti 
    sono stati costituiti peccatori, così 
    ancora per l'ubbidienza dell'uno que-
    gli altri molti saranno costituiti giusti.
 20   Or la legge intervenne, acciocchè 
    l'offesa abbondasse; ma, dove il pec-
    cato è abbondato, la grazia è soprab-
 21 bondata; acciocchè, siccome il pec-
    cato ha regnato nella morte, così 
    ancora la grazia regni per la giustizia,
    a vita eterna, per Gesù Cristo, nostro 
    Signore. 
 
    Romani 6 
 
      CHE diremo adunque? rimarremo 
    noi nel peccato, acciocchè la grazia
  2 abbondi? Così non sia: noi, che 
    siam morti al peccato, come vive-
    remo ancora in esso?
  3   Ignorate voi, che noi tutti, che 
    siamo stati battezzati in Gesù Cristo, 
    siamo stati battezzati nella sua mor-
  4 te? Noi siamo adunque stati con lui 
    seppelliti per lo battesimo, a morte;
    acciocchè, siccome Cristo è risuscitato 
    da'morti per la gloria de Padre, noi
    ancora simigliantemente camminia-
  5 mo in novità di vita. Perciocchè, 
    se siamo stati innestati con Cristo 
    alla conformità della sua morte, certo
    lo saremo ancora a quella della sua 
  6 risurrezione. Sapendo questo: che 
    
    il nostro vecchio uomo è stato con
    lui crocifisso, acciocchè il corpo del 
    peccato sia annullato, affinchè noi 
  7 non serviamo più al peccato. Poichè
    colui che è morto è sciolto dal pec-
  8 cato. Ora, se siam morti con Cri-
    sto, noi crediamo che altresì vive-
  9 remo con lui. Sapendo che Cristo, 
    essendo risuscitato da' morti, non 
    muore più; la morte non signoreggia
 10 più sopra lui. Perciocchè, in quan-
    to egli è morto, è morto al peccato una 
    volta; ma in quanto egli vive, vive a 
 11 Dio. Così ancora voi reputate che
    ben siete morti al peccato; ma che
    vivete a Dio, in Cristo Gesù, nostro 
    Signore.
 12   Non regni adunque il peccato nel 
    vostro corpo mortale, per ubbidirgli 
 13 nelle sue concupiscenze. E non 
    prestate le vostre membra ad essere
    armi d'iniquità al peccato; anzi
    presentate voi stessi a Dio, come di
    morti fatti viventi; e le vostre mem-
    bra ad essere armi di giustizia a Dio.
 14 Perciocchè il peccato non vi signoreg-
    gerà; poichè non siete sotto la legge, 
    ma sotto la grazia.
 15   Che dunque? peccheremo noi, per-
    ciocchè non siamo sotto la legge, ma 
    sotto la grazia? Così non sia.
 16   Non sapete voi, che a chiunque vi 
    rendete servi per ubbidirgli, siete 
    servi a colui a cui ubbidite, o di pec-
    cato a morte, o d'ubbidienza a giu-
 17 stizia? Ora, ringraziato sia Iddio, 
    ch'eravate servi del peccato; ma 
    avete di cuore ubbidito alla forma
    della dottrina, nella quale siete stati
 18 tramutati. Ora, essendo stati fran-
    cati dal peccato, voi siete stati fatti 
 19 servi della giustizia. (Io parlo nella
    maniera degli uomini, per la debo-
    lezza della vostra carne.) Perciocchè, 
    siccome già prestaste le vostre mem-
    bra ad esser serve alla bruttura, ed
    all'iniquità, per commetter l'iniquità;
    
    così ora dovete prestare le vostre 
    membra ad esser serve alla giustizia,
 20 a santificazione. Perciocchè, allora
    che voi eravate servi del peccato, voi
 21 eravate franchi della giustizia. Qual 
    frutto adunque avevate allora nelle 
    cose, delle quali ora vi vergognate? 
 22 poichè la fin d'esse è la morte. Ma
    ora, essendo stati francati dal peccato,
    e fatti servi a Dio, voi avete il vostro
    frutto a santificazione, ed alla fine
 23 vita eterna. Perciocchè il salario del 
    peccato è la morte, ma il dono di 
    Dio è la vita eterna, in Cristo Gesù, 
    nostro Signore. 
 
    Romani 7 
 
      IGNORATE voi, fratelli (percioc-
    chè io parlo a persone che hanno co-
    noscenza della legge), che la legge si-
    gnoreggia l'uomo per tutto il tempo 
  2 ch'egli è in vita? Poichè la donna 
    maritata è, per la legge, obbligata al 
    marito, mentre egli vive; ma, se il 
    marito muore, ella è sciolta dalla 
  3 legge del marito. Perciò, mentre 
    vive il marito, ella sarà chiamata
    adultera, se divien moglie di un altro 
    marito; ma, quando il marito è mor-
    to, ella è liberata da quella legge;
    talchè non è adultera, se divien moglie 
  4 di un altro marito. Così adunque, 
    fratelli miei, ancora voi siete divenuti
    morti alla legge, per lo corpo di 
    Cristo, per essere ad un altro, che è 
    risuscitato da' morti, acciocchè noi
  5 fruttifichiamo a Dio. Perciocchè, 
    mentre eravam nella carne, le pas-
    sioni de'peccati, le quali erano mosse 
    per la legge, operavano nelle nostre 
    membra, per fruttificare alla morte. 
  6 Ma ora siamo sciolti della legge, es-
    sendo morti a quello, nel quale era-
    vam ritenuti; talchè serviamo in no-
    vità di spirito, e non in vecchiezza di
    lettera. 

  7   Che diremo adunque? che la legge 
    sia peccato? Così non sia; anzi, io non 
    avrei conosciuto il peccato, se non per
    la legge; perciocchè io non avrei 
    conosciuta la concupiscenza, se la 
    legge non dicesse: Non concupire. 
  8 Ma il peccato, presa occasione per
    questo comandamento, ha operatta in 
  9 me ogni concupiscenza. Percioc-
    chè, senza la legge, il peccato è mor-
    to. E tempo fu, che io, senza la 
    legge, era vivente; ma, essendo ve-
    nuto il comandamento, il peccato ri-
 10 visse, ed io morii. Ed io trovai, che
    il comandamento, che è a vita, esso
 11 mi tornava a morte. Perciocchè il 
    peccato, presa occasione per lo co-
    mandamento, m'ingannò, e per
 12 quello mi uccise. Talchè, ben è la
    legge santa, e il comandamento santo, 
    e giusto, e buono. 
 13   Mi è dunque ciò che è buono dive-
    nuto morte? Così non sia; anzi il 
    peccato mi è divenuto morte, acciocchè 
    apparisse esser peccato, operandomi la 
    morte per quello che è buono; affin-
    chè, per lo comandamento, il peccato 
    sia reso estremamente peccante.
 14   Perciocchè noi sappiamo che la leg-
    ge è spirituale; ma io son carnale, 
    venduto ad ess sottoposto al pec-
 15 cato. Poichè io non riconosco ciò
    che io opero; perciocchè, non ciò che
    io voglio quello fo, ma, ciò che io
 16 odio quello fo. Ora, se ciò che io
    non voglio, quello pur fo, io accon-
    sento alla legge ch'ella è buona.
 17 Ed ora non più io opero quello, anzi
    l'opera il peccato che abita in me. 
 18 Perciocchè io so che in me, cioè nella 
    mia carne, non abita alcun bene; 
    poichè ben è in me il volere, ma di 
    compiere il bene, io non ne trovo il
 19 modo. Perciocchè, il bene che io vo-
    glio, io nol fo; ma il male che io non
 20 voglio, quello fo. Ora, se ciò che io
    non voglio quello fo, non più io opero
    
    quello, anzi l'opera il peccato che
 21 abita in me. Io mi trovo adunque
    sotto questa legge: che volendo fare
 22 il bene, il male è presso a me. Per-
    ciocchè io mi diletto nella legge di
 23 Dio, secondo l'uomo di dentro. Ma
    io veggo un'altra legge nelle mie
    membra, che combatte contro alla
    legge della mia mente, e mi trae in
    cattività sotto alla legge del peccato,
 24 che è nelle mie membra. Misero me
    uomo! chi mi trarrà di questo corpo
 25 di morte? Io rendo grazie a Dio,
    per Gesù Cristo, nostro Signore. 
     Io stesso adunque, con la mente, 
    servo alla legge di Dio; ma, con la 
    carne, alla legge del peccato. 
 
    Romani 8 
 
      ORA dunque non vi è alcuna con-
    dannazione per coloro che sono in 
    Cristo Gesù, i quali non camminano 
    secondo la carne, ma secondo lo 
    Spirito. 
  2   Perciocchè la legge dello Spirito 
    della vita in Cristo Gesù, mi ha fran-
    cato dalla legge del peccato, e della 
  3 morte. Imperocchè (ciò che era im-
    possibile alla legge in quanto che per
    la carne era senza forza), Iddio, aven-
    do mandato il suo proprio Figliuolo,
    in forma simigliante alla carne del 
    peccato, ed a motivo del peccato, ha 
    condannato il peccato nella carne. 
  4 Acciocchè la giustizia della legge si 
    adempia in noi, i quali non cam-
    miniamo secondo la carne, ma se-
    condo lo Spirito.
  5   Perciocchè coloro che son secondo
    la carne, pensano, ed hanno l'animo
    alle cose della carne; ma coloro che
    son secondo lo Spirito, alle cose dello
  6 Spirito. Imperocchè ciò a che la 
    carne pensa, ed ha l'animo, è morte;
    ma ciò a che lo Spirito pensa, ed ha
  7 l'animo, è vita e pace. Poichè il pen-
    
    siero, e l'affezion della carne è inimi-
    cizia contro a Dio; perciocchè ella
    non si sottomette alla legge di Dio;
    imperocchè non pure anche può.
  8 E coloro che son nella carne non pos-
    sono piacere a Dio.
  9   Or voi non siete nella carne, anzi
    nello Spirito, se pur lo Spirito di Dio 
    abita in voi; ma, se alcuno non ha
    lo Spirito di Cristo, egli non è di lui.
 10 E se Cristo è in voi, ben è il corpo 
    morto per lo peccato; ma lo Spirito è 
 11 vita per la giustizia. E, se lo Spirito 
    di colui che ha risuscitato Gesù da' 
    morti abita in voi, colui che risuscitò 
    Cristo da'morti vivificherà ancora i 
    vostri corpi mortali, per lo suo Spiri-
    to, che abita in voi.
 12   Perciò, fratelli, noi siamo debitori, 
    non alla carne, per viver secondo la 
 13 carne. Perciocchè, se voi vivete se-
    condo la carne, voi morrete; ma, se 
    per lo Spirito mortificate gli atti del
 14 corpo, voi viverete. Poichè, tutti 
    coloro che son condotti per lo Spirito 
    di Dio, sono figliuoli di Dio.
 15   Perciocchè voi non avete di nuovo
    ricevuto lo spirito di servitù, a ti-
    more; anzi avete ricevuto lo Spirito
    d'adottazione, per lo quale gridia-
 16 mo: Abba, Padre. Quel medesimo
    Spirito rende testimonianza allo spi-
    rito nostro, che noi siam figliuoli di 
 17 Dio. E se siam figliuoli, siamo an-
    cora eredi, eredi di Dio, e coeredi di 
    Cristo; se pur sofferiamo con lui,
    acciocchè ancora con lui siamo glori-
    ficati. 

 18   PERCIOCCHÈ io fo ragione che le 
    sofferenze del tempo presente non 
    son punto da agguagliare alla gloria 
    
    che sarà manifestata inverso noi. 
 19 Poichè l'intento, e il desiderio del
    mondo creato aspetta la manifesta-
 20 zione dei figliuoli di Dio. Percioc-
    chè il mondo creato è stato sottoposto 
    alla vanità (non di sua propria in-
    clinazione, ma per colui che l'ha sot-
 21 toposto ad essa), con la speranza che 
    il mondo creato ancora sarà liberato
    dalla servitù della corruzione, e messo
    nella libertà della gloria de'figliuoli
 22 di Dio. Perciocchè noi sappiamo che
    fino ad ora tutto il mondo creato
 23 geme insieme, e travaglia. E non 
    solo esso, ma ancora noi stessi, che 
    abbiamo le primizie dello Spirito;
    noi stessi, dico, gemiamo, in noi me-
    desimi, aspettando l'adottazione, la  
 24 redenzion del nostro corpo. Per-
    ciocchè noi siamo salvati per isperan-
    za; or la speranza la qual si vede non 
    è speranza; perciocchè, perchè spere-
    rebbe altri ancora ciò ch'egli vede? 
 25 E se speriamo quello che non veg-
    giamo, noi l'aspettiamo con pazienza. 
 26   Parimente ancora lo Spirito solleva 
    le nostre debolezze; perciocchè noi
    non sappiamo ciò che dobbiam pre-
    gare, come si conviene; ma lo Spirito
    interviene egli stesso per noi con 
 27 sospiri ineffabili E colui che in-
    vestiga i cuori conosce qual sia il 
    sentimento, e l'affetto dello Spirito; 
    poichè esso interviene per li santi, 
    secondo Iddio. 
 28   Or noi sappiamo che tutte le cose 
    cooperano al bene, a coloro che ama-
    no Iddio; i quali son chiamati se- 
 29 condo il suo proponimento. Per-
    ciocchè coloro che egli ha innanzi
    conosciuti, li ha eziandio predesti-
    nati ad esser conformi all'immagine 
    del suo Figliuolo; acciocchè egli sia 
    il primogenito fra molti fratelli. 

 30 E coloro ch'egli ha predestinati, essi 
    ha eziandio chiamati; e coloro ch'e-
    gli ha chiamati, essi ha eziandio 
    giustificati; e coloro ch'egli ha giu-
    stificati, essi ha eziandio glorificati. 

 31   CHE diremo noi adunque a queste 
    cose? Se Iddio è per noi, chi sarà con- 
 32 tro a noi? Colui certo, che non ha 
    risparmiato il suo proprio Figliuolo, 
    anzi l'ha dato per tutti noi, come 
    non ci donerebbe egli ancora tutte le 
 33 cose con lui? Chi farà accusa contro
    agli eletti di Dio? Iddio è quel che 
 34 giustifica. Chi sarà quel che li con-
    danni? Cristo è quel che è morto, 
    ed oltre a ciò ancora è risuscitato; il
    quale eziandio è alla destra di Dio, 
    il quale eziandio intercede per noi. 
 35 Chi ci separerà dall'amor di Cristo? 
    sarà egli afflizione, o distretta, o perse-
    cuzione, o fame, o nudità, o pericolo, 
 36 o spada? (Siccome è scritto: Per 
    amor di te tuttodì siamo fatti morire;
    noi siamo stati reputati come pecore  
 37 del macello.) Anzi, in tutte queste 
    cose noi siam di gran lunga vincitori 
    per colui che ci ha amati. 
 38   Perciocchè io son persuaso, che nè 
    morte, nè vita, nè angeli, nè princi-
    pati, nè podestà, nè cose presenti,  
 39 nè cose future; nè altezza, nè pro-
    fondità, nè alcuna altra creatura, non
    potrà separarci dall'amor di Dio,
    ch'è in Cristo Gesù, nostro Signore. 
 
    Romani 9 
 
      IO dico verità in Cristo, io non men-
    to, rendendomene insieme testimo-
    nianza la mia coscienza per lo Spirito 
  2 Santo: che io ho gran tristezza, e con-
  3 tinuo dolore nel cuor mio. Percioc-

    chè desidererei d'essere io stesso ana-
    tema, riciso da Cristo, per li miei 
    fratelli, miei parenti secondo la car-
  4 ne; i quali sono Israeliti, de'quali 
    èl'adottazione, e la gloria, e i pat-
    ti, e la costituzion della legge, e il  
  5 servigio divino, e le promesse; de' 
    quali sono i padri, e de'quali è uscito,
    secondo la carne, il Cristo, il quale
    è sopra tutti Iddio benedetto in eter-
    no. Amen. 
     
  6   TUTTAVIA non è che la parola di 
    Dio sia caduta a terra; poichè non 
    tutti coloro che son d'Israele, sono 
  7 Israele. Ed anche, perchè son pro-
    genie d'Abrahamo, non sono però
    tutti figliuoli; anzi: In Isacco ti sarà 
  8 nominata progenie. Cioè: non quel-
    li che sono i figliuoli della carne, son
    figliuoli di Dio; ma i figliuoli della 
    promessa son reputati per progenie. 
  9 Perciocchè questa fu la parola della 
    promessa: In questa medesima sta- 
    gione io verrò, e Sara avrà un fi-
    gliuolo.
 10   E non solo Abrahamo, ma ancora
    Rebecca, avendo conceputo d'un me-
    desimo, cioè d'Isacco nostro padre, 
 11 udì questo. Perciocchè, non essendo
    ancor nati i figliuoli, e non avendo 
    fatto bene o male alcuno (acciocchè il
    proponimento di Dio secondo l'ele-
    zione dimorasse fermo, non per le
    opere, ma per colui che chiama), 
 12 le fu detto: Il maggiore servirà al 
 13 minore, secondo ch'egli è scritto: 
    Io ho amato Giacobbe, ed ho odiato 
    Esaù. 
 14   Che diremo adunque? Evvi egli ini-
 15 quità in Dio? Così non sia. Per-
    ciocchè egli dice a Mosè: Io avrò 
    
    mercè di chi avrò mercè, e farò miseri-
 16 cordia a chi farò misericordia. Egli
    non è adunque di chi vuole, nè di chi 
    corre, ma di Dio che fa misericordia. 
 17 Poichè la scrittura dice a Faraone: 
    Per questo stesso ti ho suscitato, per 
    mostrare in te la mia potenza, ed 
    acciocchè il mio nome sia predicato
 18 per tutta la terra. Così, egli fa 
    misericordia a chi vuole, e in-
    dura chi egli vuole. 

 19   Tu mi dirai adunque: Perchè si
    cruccia egli ancora? perciocchè, chi 
    può resistere alla sua volontà?
 20 Anzi, o uomo, chi sei tu, che replichi 
    a Dio? la cosa formata dirà ella al
    formatore: Perchè mi hai fatta co-
 21 sì? Non ha il vasellaio la podestà
    sopra l'argilla, da fare d'una me-
    desima massa un vaso ad onore, ed
 22 un altro a disonore? Quanto meno 
    se, volendo Iddio mostrar la sua ira,
    e far conoscere il suo potere, pure ha 
    comportati con molta pazienza i 
    vasi dell'ira, composti a perdizione? 
 23 Acciocchè ancora facesse conoscere le 
    ricchezze della sua gloria sopra i vasi 
    della misericordia, i quali egli ha in-
 24 nanzi preparati a gloria? I quali
    eziandio ha chiamati, cioè noi, non 
    sol d'infra i Giudei, ma anche d'infra 
 25 i Gentili. Siccome ancora egli dice 
    in Osea: Io chiamerò Mio popolo, 
    quel che non è mio popolo; ed Amata,
 26 quella che non è amata. Ed avverrà 
    che là dove era loro stato detto: Voi 
    non siete mio popolo, saranno chia-
    mati Figliuoli dell'Iddio vivente. 
 27 Ma Isaia sclama intorno ad Israele: 
    Avvegnachè il numero de' figliuoli 
    d'Israele fosse come la rena del mare, 
 28 il rimanente solo sarà salvato. Per-
    ciocchè il Signore definisce e decide il 
    fatto con giustizia; il Signore farà una
 29 decisione sopra la terra. E come 
    Isaia avea innanzi detto: Se il Si-
    
    gnor degli eserciti non ci avesse la-
    sciato qualche seme, saremmo dive-
    nuti come Sodoma, e simili a Go- 
    morra. 

 30   Che diremo adunque? Che i Gentili, 
    che non procacciavano la giustizia, 
    hanno ottenuta la giustizia; anzi la
 31 giustizia che è per la fede. Ma che
    Israele, che procacciava la legge della 
    giustizia non è pervenuto alla legge 
 32 della giustizia. Perchè? perciocchè 
    egli non l'ha procacciata per la fede, 
    ma come per le opere della legge; per-
    ciocchè si sonno intoppati nella pietra 
 33 dell'intoppo. Siccome è scritto:
    Ecco, io pongo in Sion una pietra 
    d'intoppo, ed un sasso d'incappo;
    ma chiunque crede in esso non sarà 
    svergognato. 
 
    Romani 10 
 
      FRATELLI, l'affezion del mio
    cuore, e la preghiera che io fo a Dio
  2 per Israele, è a sua salute. Percioc-
    chè io rendo loro testimonianza che 
    hanno lo zelo di Dio, ma non se-
  3 condo conoscenza. Poichè, igno-
    rando la giustizia di Dio, e cercando 
    di stabilir la lor propria giustizia,
    non si sono sottoposti alla giustizia di 
  4 Dio. Perciocchè il fin della legge è 
    Cristo, in giustizia ad ogni credente.
  5   Poichè Mosè descrive così la giu-
    stizia che è per la legge: Che l'uomo, 
    che avrà fatte quelle cose, vivrà per 
  6 esse. Ma la giustizia, che è per la 
    fede, dice così: Non dir nel cuor tuo: 
    Chi salirà in cielo? Quest'è trarre
  7 Cristo a basso. Ovvero: Chi scen-
    derà nell'abisso? Quest'è ritrarre
  8 Cristo da'morti. Ma, che dice ella? 
    La parola è presso di te, nella tua boc-
    ca, e nel tuo cuore. Quest'è la parola 
    della fede, la qual noi predichiamo.
  9 Che se tu confessi con la tua bocca il 
    Signor Gesù, e credi nel tuo cuore 
    
    che Iddio l'ha risuscitato da'morti, 
 10 sarai salvato. Poichè col cuore si 
    crede a giustizia, e con la bocca si fa  
 11 confessione a salute. Perciocchè la 
    scrittura dice: Chiunque crede in lui 
 12 non sarà svergognato. Poichè non 
    vi è distinzione di Giudeo, e di Greco; 
    perciocchè uno stesso è il Signor di 
    tutti, ricco inverso tutti quelli che  
 13 l'invocano. Imperocchè, chiunque 
    avrà invocato il nome del Signore, 
    sarà salvato. 

 14   Come adunque invocheranno essi
    colui, nel quale non hanno creduto? e 
    come crederanno in colui, del quale 
    non hanno udito parlare? e come 
    udiranno, se non v'è chi predichi? 
 15 E come predicherà altri, se non 
    è mandato? Siccome è scritto: 
    Quanto son belli i piedi di coloro che 
    evangelizzano la pace, che evangeliz-
    zano le cose buone!
 16   Ma tutti non hanno ubbidito al-
    l'evangelo; perciocchè Isaia dice: 
    Signore, chi ha creduto alla nostra 
    predicazione?
 17   La fede adunque è dall'udito, e 
    l'udito è per la parola di Dio.
 18   Ma io dico: Non hanno eglino udi-
    to? Anzi, il lor suono è uscito per tut-
    ta la terra; e le lor parole fino agli 
    estremi termini del mondo. 
 19   Ma io dico: Israele non ha egli
    avuto alcun conoscimento? Mosè di-
    ce il primo: Io vi moverò a gelosia 
    per una nazione che non è nazione; io
    vi provocherò a sdegno per una gente
 20 stolta. E Isaia arditamente dice: 
    Io sono stato trovato da coloro che 
    non mi cercavano; son chiaramente 
    apparito a coloro che non mi doman-
 21 davano. Ma, intorno ad Israele, di-
    ce: Io ho tutto il dì stese le mani 
    verso un popolo disubbidiente e con-
    tradicente.
 
    Romani 11 
 
      IO dico adunque: Ha Iddio ri-
    gettato il suo popolo? Così non sia;
    perciocchè io ancora sono Israelita, 
    della progenie d'Abrahamo, della tri-
  2 bù di Beniamino. Iddio non ha riget-
    tato il suo popolo, il quale egli ha 
    innanzi conosciuto. Non sapete voi 
    ciò che la scrittura dice nella storia di 
    Elia? come egli si richiama a Dio 
  3 contro ad Israele, dicendo: Signore, 
    hanno uccisi i tuoi profeti, ed hanno 
    distrutti i tuoi altari, ed io son rima-
    sto solo; ed anche cercano l'anima
  4 mia? Ma, che gli disse la voce di-
    vina? Io mi son riserbato settemila 
    uomini, che non han piegato il ginoc-
  5 chio all'idolo di Baal. Così adun-
    que ancora nel tempo presente è stato 
    lasciato alcun rimanente, secondo  
  6 l'elezion della grazia. E se è per 
    grazia, non è più per opere; altri-
    menti, grazia non è più grazia; ma, 
    se è per opere, non è più grazia; altri-
    menti, opera non è più opera. 
  7   Che dunque? Israele non ha ot-
    tenuto quel ch'egli cerca; ma l'ele-
    zione l'ha ottenuto, e gli altri sono 
    stati indurati, infino a questo giorno.
  8 Secondo ch'egli è scritto: Iddio ha 
    loro dato uno spirito di stordimento, 
    occhi da non vedere, ed orecchi da
  9 non udire. E Davide dice: Sia la 
    lor mensa loro in laccio, ed in rete, ed
 10 in intoppo, ed in retribuzione. Sieno 
    i loro occhi oscurati da non vedere, e 
    piega loro del continuo il dosso.
 11   Io dico adunque: Si son eglino in-
    toppati acciocchè cadessero? Così non 
    sia; anzi, per la lor caduta è avvenuta
    la salute a'Gentili, per provocarli a 
 12 gelosia. Ora, se la lor caduta è la 
    ricchezza del mondo, e la lor diminu-
    zione la ricchezza de'Gentili, quanto 
    più lo sarà la lor pienezza? 

 13   Perciocchè io parlo a voi Gentili; in 
    quanto certo sono apostolo de'Gen-
 14 tili, io onoro il mio ministerio; per 
    provare se in alcuna maniera posso 
    provocare a gelosia que'della mia  
 15 carne, e salvare alcuni di loro. Per-
    ciocchè, se il lor rigettamento è la 
    riconciliazione del mondo, qual sarà 
    la loro ammissione, se non vita da'
    morti? 
 16   Ora, se le primizie son sante, la mas-
    sa ancora è santa; e se la radice è 
 17 santa, i rami ancora son santi. E se 
    pure alcuni de'rami sono stati tron-
    cati, e tu, essendo ulivastro, sei stato 
    innestato in luogo loro, e fatto parte-
    cipe della radice, e della grassezza 
 18 dell'ulivo; non gloriarti contro a'ra-
    mi; e se pur tu ti glorii contro a loro,
    tu non porti la radice, ma la radice
 19 porta te. Forse adunque dirai: I 
    rami sono stati troncati, acciocchè io 
 20 fossi innestato. Bene; sono stati 
    troncati per l'incredulità, e tu stai 
    ritto per la fede; non superbir nel-
 21 l'animo tuo, ma temi. Perciocchè,
    se Iddio non ha risparmiati i rami na-
    turali, guarda che talora te ancora
    non risparmi.
 22   Vedi adunque la benignità, e la se-
    verità di Dio: la severità, sopra co-
    loro che son caduti; e la benignità, 
    inverso te, se pur tu perseveri nella 
    benignità; altrimenti, tu ancora sarai 
 23 reciso. E quelli ancora, se non perse-
    verano nell'incredulità, saranno in-
    nestati; perciocchè Iddio è potente da 
 24 innestarli di nuovo. Imperocchè, se 
    tu sei stato tagliato dall'ulivo che di
    natura era salvatico, e sei fuor di
    natura stato innestato nell'ulivo do-
    mestico; quanto più costoro, che son
    rami naturali, saranno innestati nel 
    proprio ulivo? 

 25   Perciocchè io non voglio, fratelli, 
    che ignoriate questo misterio (accioc-
    chè non siate presuntuosi in voi stes-
    
    si), che induramento è avvenuto in 
    parte ad Israele, finchè la pienezza 
 26 de'Gentili sia entrata. E così tutto 
    Israele sarà salvato, secondo ch'egli è
    scritto: Il Liberatore verrà di Sion, e 
    torrà d'innanzi a sè l'empietà di
 27 Giacobbe. E questo sarà il patto 
    che avranno da me, quando io avrò 
    tolti via i lor peccati.
 28   Ben son essi nemici, quant'è al-
    l'evangelo, per voi; ma quant'è al-
    l'elezione, sono amati per i padri.
 29 Perciocchè i doni, e la vocazione di  
 30 Dio son senza pentimento. Im-
    perocchè, siccome ancora voi già era-
    vate disubbidienti a Dio; ma ora 
    avete ottenuta misericordia, per la 
 31 disubbidienza di costoro; così ancora 
    costoro al presente sono stati disub-
    bidienti; acciocchè, per la miseri-
    cordia che vi è statta fatta, essi ancora
 32 ottengano misericordia. Perciocchè 
    Iddio ha rinchiusi tutti in disub-
    bidienza, acciocchè faccia misericor-
    dia a tutti. 

 33   O PROFONDITÀ di ricchezze, e di 
    sapienza, e di conoscimento di Dio! 
    quanto è impossibile di rinvenire i 
    suoi giudicii, e d'investigar le sue 
 34 vie! Perciocchè chi ha conosciuta 
    la mente del Signore? o chi è stato 
 35 suo consigliere? O chi gli ha dato 
    il primiero, e gliene sarà fatta retri-
 36 buzione? Poichè da lui, e per lui, e 
    per amor di lui, sono tutte le cose. 
    A lui sia la gloria in eterno. Amen. 
 
    Romani 12 
 
      IO vi esorto adunque, fratelli, per 
    le compassioni di Dio, che voi pre-
    sentiate i vostri corpi, il vostro ra-
    zional servigio, in ostia vivente, san-
  2 ta, accettevole a Dio. E non vi con-
    formiate a questo secolo, anzi siate 
    trasformati per la rinnovazion della 
    
    vostra mente; acciocchè proviate
    qual sia la buona, accettevole, e per-
    fetta volontà di Dio. 
  3   Perciocchè io, per la grazia che mi è 
    stata data, dico a ciascuno che è fra 
    voi: che non abbia alcun sentimento
    sopra ciò che conviene avere; anzi
    senta a sobrietà, secondo che Iddio 
    ha distribuita a ciascuno la misura
  4 della fede. Perciocchè, siccome in 
    uno stesso corpo abbiam molte mem-
    bra, e tutte le membra non hanno una
  5 medesima operazione, così noi, che 
    siam molti, siamo un medesimo corpo 
    in Cristo; e ciascun di noi è membro
  6 l'uno dell'altro. Ora, avendo noi 
    doni differenti, secondo la grazia che 
    ci è stata data, se abbiam profezia, 
    profetizziamo secondo la proporzion
  7 della fede; se ministerio, attendiamo 
    al ministerio; parimente il dottore 
  8 attenda all'insegnare; e colui che 
    esorta, attenda all'esortare; colui che 
    distribuisce, faccialo in semplicità; 
    colui che presiede, con diligenza; 
    colui che fa opere pietose, con alle-
    grezza.

  9   LA carità sia senza simulazione;
    abborrite il male, ed attenetevi fer-
 10 mamente al bene. Siate inclinati
    ed avervi gli uni agli altri affezione
    per amor fraterno; prevenite gli uni
 11 gli altri nell'onore. Non siate pigri 
    nello zelo; siate ferventi nello Spirito, 
 12 serventi al Signore; allegri nella spe-
    ranza, pazienti nell'afflizione, per-
 13 severanti nell' orazione; comuni-
    canti a' bisogni de' santi, procac-
 14 cianti l'ospitalità. Benedite quelli 
    che vi perseguitano; benediteli, e 
    non li maledite. 

 15   Rallegratevi con quelli che sono 
    allegri, piangete con quelli che pian-
 16 gono. Abbiate fra voi un mede-
    simo sentimento; non abbiate l'ani-
    mo alle cose alte, ma accomodatevi 
    alle basse; non siate savi secondo voi 
    stessi. 
 17   Non rendete ad alcuno male per 
    male; procurate cose oneste nel co-
 18 spetto di tutti gli uomini. S'egli è 
    possibile, e quanto è in voi, vivete in 
 19 pace con tutti gli uomini. Non fate 
    le vostre vendette, cari miei; anzi
    date luogo all'ira di Dio; perciocchè 
    egli è scritto: A me la vendetta, io 
    renderò la retribuzione, dice il Si-
 20 gnore. Se dunque il tuo nemico ha 
    fame, dagli da mangiare; se ha sete, 
    dagli da bere; perciocchè, facendo 
    questo, tu raunerai de'carboni accesi 
 21 sopra il suo capo. Non esser vinto 
    dal male, anzi vinci il male per il 
    bene. 
 
    Romani 13 
 
      OGNI persona sia sottoposta alle 
    podestà superiori; perciocchè non 
    vi è podestà se non da Dio; e le po-
    destà che sono, son da Dio ordinate.
  2 Talchè chi resiste alla podestà, resiste 
    all'ordine di Dio; e quelli che vi resi-
    stono ne riceveranno giudicio sopra
  3 loro. Poichè i magistrati non sono di 
    spavento alle buone opere, ma alle
    malvage; ora, vuoi tu non temer della
    podestà? fa'ciò che è bene, e tu avrai 
  4 lode da essa. Perciocchè il magi-
    strato è ministro di Dio per te, nel bene; 
    ma, se tu fai male, temi, perciocchè 
    egli non porta indarno la spada; 
    poichè egli è ministro di Dio, vendi-
    catore in ira contro a colui che fa ciò
  5 che è male. Perciò convien di neces-
    
    sità essergli soggetto, non solo per
    l'ira, ma ancora per la coscienza.
  6   Poichè per questa cagione ancora 
    pagate i tributi; perciocchè essi son
    ministri di Dio, vacando del con-
  7 tinuo a questo stesso. Rendete adun-
    que a ciascuno il debito; il tributo, a 
    chi dovete il tributo; la gabella, a chi
    la gabella; il timore, a chi il timore;
    l'onore, a chi l'onore.

  8   NON dobbiate nulla ad alcuno, se 
    non di amarvi gli uni gli altri; per-
    ciocchè, chi ama altrui ha adempiuta
  9 la legge. Poichè questi comandamen-
    ti: Non commettere adulterio, Non 
    uccidere, Non rubare, Non dir falsa 
    testimonianza, Non concupire, e se v' è 
    alcun altro comandamento, sono som-
    mariamente compresi in questo detto:
    Ama il tuo prossimo come te stesso.
 10 La carità non opera male alcuno con-
    tro al prossimo; l'adempimento adun-
    que della legge è la carità.
 11   E questo vie più dobbiam fare, veg-
    gendo il tempo; perciocchè egli è ora 
    che noi ci risvegliamo omai dal son-
    no; poichè la salute è ora più presso
 12 di noi, che quando credemmo. La 
    notte è avanzata, e il giorno è vicino; 
    gettiamo adunque via le opere delle 
    tenebre, e siam vestiti degli arnesi
 13 della luce. Camminiamo onesta-
    mente, come di giorno; non in pasti,
    ed ebbrezze; non in letti, e lascivie;
 14 non in contesa, ed invidia. Anzi
    siate rivestiti del Signor Gesù Cristo, 
    e non abbiate cura della carne a con-
    cupiscenze. 
 
    Romani 14 
 
      OR accogliete quel che è debole 
    in fede; ma non già a quistioni di
    dispute. 

  2   L'uno crede di poter mangiar d'ogni 
    cosa; ma l' altro, che è debole, man-
  3 gia dell'erbe. Colui che mangia non 
    isprezzi colui che non mangia, e colui 
    che non mangia non giudichi colui 
    che mangia; poichè Iddio l'ha preso
  4 a sè. Chi sei tu, che giudichi il fami-
    glio altrui? egli sta ritto, o cade, al
    suo proprio Signore, ma sarà raffer-
    mato, perciocchè Iddio è potente da
    raffermarlo.
  5   L'uno stima un giorno più che l'al-
    tro; e l'altro stima tutti i giorni 
    pari; ciascuno sia appieno accertato
  6 nella sua mente. Chi ha divozione al 
    giorno ve l'ha al Signore; e chi non ha 
    alcuna divozione al giorno non ve l'ha
    al Signore. E chi mangia, mangia al 
    Signore; perciocchè egli rende grazie 
    a Dio; e chi non mangia non mangia 
    al Signore, e pur rende grazie a Dio. 
  7 Poichè niun di noi vive a sè stesso, nè 
  8 muore a sè stesso. Perciocchè, se 
    pur viviamo, viviamo al Signore; e se 
    moriamo, moriamo al Signore; dun-
    que, o che viviamo, o che moriamo, 
  9 siamo del Signore. Imperocchè a 
    questo fine Cristo è morto, e risusci-
    tato, e tornato a vita, acciocchè egli
    signoreggi e sopra i morti, e sopra i 
    vivi. 
 10   Or tu, perchè giudichi il tuo fra-
    tello? ovvero tu ancora, perchè sprez-
    zi il tuo fratello? poichè tutti ab-
    biamo a comparire davanti al tribu-
 11 nal di Cristo. Perciocchè egli è 
    scritto: Come io vivo, dice il Signore, 
    ogni ginocchio si piegherà davanti a 
    me, ed ogni lingua darà gloria a 
 12 Dio. Così adunque ciascun di noi 
    renderà ragion di sè stesso a Dio.

 13   PERCIÒ, non giudichiamo più gli 
    uni gli altri; ma più tosto giudicate 
    
    questo, di non porre intoppo, o scan-
 14 dalo al fratello. Io so, e son per-
    suaso nel Signor Gesù, che niuna cosa 
    per sè stessa è immonda; ma, a chi 
    stima alcuna cosa essere immonda, ad
 15 esso è immonda. Ma, se il tuo fra-
    tello è contristato per lo cibo, tu non 
    cammini più secondo carità; non far, 
    col tuo cibo, perir colui per cui Cristo 
 16 è morto. Il vostro bene adunque 
 17 non sia bestemmiato. Perciocchè il 
    regno di Dio non è vivanda, nè be-
    vanda; ma giustizia, e pace, e letizia 
 18 nello Spirito Santo. Perciocchè, chi 
    in queste cose serve a Cristo è grato a 
    Dio, ed approvato dagli uomini.
 19   Procacciamo adunque le cose che 
    son della pace, e della scambievole
 20 edificazione. Non disfar l'opera di 
    Dio per la vivanda; ben sono tutte 
    le cose pure; ma vi è male per l'uomo
 21 che mangia con intoppo. Egli è 
    bene non mangiar carne, e non ber 
    vino, e non far cosa alcuna, nella
    quale il tuo fratello s'intoppa, o è
 22 scandalezzato, o è debole. Tu, hai tu 
    fede? abbila in te stesso, davanti a 
    Dio; beato chi non condanna sè stes-
 23 so in ciò ch'egli discerne. Ma colui 
    che sta in dubbio, se mangia, è con-
    dannato; perciocchè non mangia con 
    fede; or tutto ciò che non è di fede è
    peccato. 
 
    Romani 15 
 
      OR noi, che siam forti, dobbiam
    comportare le debolezze de'deboli,
  2 e non compiacere a noi stessi. Cia-
    scun di noi compiaccia al prossimo,
  3 nel bene, ad edificazione. Poichè 
    Cristo ancora non ha compiaciuto a sè 
    stesso, anzi ha fatto come è scritto: 
    Gli oltraggi di coloro che ti oltrag-
  4 giano son caduti sopra me. Per-
    ciocchè tutte le cose, che furono già
    
    innanzi scritte, furono scritte per 
    nostro ammaestramento; acciocchè, 
    per la pazienza, e per la consolazione 
    delle scritture, noi riteniamo la spe-
  5 ranza. Ora l'Iddio della pazienza, e 
    della consolazione, vi dia d'avere un
    medesimo sentimento fra voi, se-
  6 condo Cristo Gesù. Acciocchè, di
    pari consentimento, d'una stessa boc-
    ca, glorifichiate Iddio, che è Padre del 
  7 nostro Signor Gesù Cristo. Perciò, 
    accoglietevi gli uni gli altri, siccome 
    ancora Cristo ci ha accolti nella gloria 
    di Dio. 
  8   Or io dico, che Cristo è stato mini-
    stro della circoncisione, per dimostrar 
    la verità di Dio, compiendo le pro-
  9 messe fatte a'padri. E perchè i 
    Gentili glorifichino Iddio per la sua 
    misericordia, siccome è scritto: Per 
    questo io ti celebrerò fra le Genti, e
 10 salmeggerò al tuo nome. Ed al-
    trove la scrittura dice: Rallegratevi, o 
 11 Genti, col suo popolo. Ed altrove:
    Tutte le Genti, lodate il Signore; e voi,
 12 popoli tutti, celebratelo. Ed al-
    trove Isaia dice: Vi sarà la radice di
    Iesse, e colui che sorgerà per regger 
    le Genti; le nazioni spereranno in 
    lui. 
 13   Or l'Iddio della speranza vi riempia 
    d'ogni allegrezza e pace, credendo; 
    acciocchè abbondiate nella speranza, 
    per la forza dello Spirito Santo. 

 14   ORA, fratelli miei, io stesso son 
    persuaso di voi, che voi ancora siete 
    pieni di bontà, ripieni d'ogni cono-
    scenza, sufficienti eziandio ad ammo-
 15 nirvi gli uni gli altri. Ma, fratelli, io 
    vi ho scritto alquanto più ardita-
    mente, come per ricordo, per la gra-
 16 zia che mi è stata data da Dio, per 
    esser ministro di Gesù Cristo presso
    
    i Gentili, adoperandomi nel sacro 
    servigio dell'evangelo di Dio, accioc-
    chè l'offerta de'Gentili sia accette-
    vole, santificata per lo Spirito 
    Santo. 
 17   Io ho adunque di che gloriarmi in 
    Cristo Gesù, nelle cose che apparten-
 18 gono al servigio di Dio. Perciocchè io
    non saprei dir cosa che Cristo non ab-
    bia operata per me, per l'ubbidienza 
    de'Gentili, per parola e per opera;
 19 con potenza di segni e di prodigi;
    con la virtù dello Spirito di Dio; 
    talchè, da Gerusalemme, e da' luoghi
    d'intorno infino all'Illirico, io ho 
    compiuto il servigio dell' evangelo di 
 20 Cristo. Avendo ancora in certo mo-
    do l'ambizione di evangelizzare, non
    dove fosse già stata fatta menzion di
    Cristo; per non edificar sopra il fon-
 21 damento altrui. Ma, come è scrit-
    to: Coloro a'quali non è stato annun-
    ziato nulla di lui lo vedranno; e coloro 
    che non ne hanno udito parlare l' in-
    tenderanno. 

 22   Per la qual cagione ancora sono 
    spesse volte stato impedito di venire 
 23 a voi. Ma ora, non avendo più 
    luogo in queste contrade, ed avendo 
    già da molti anni gran desiderio di ve-
 24 nire a voi, quando andrò in Ispa-
    gna, verrò a voi; perciocchè io spe-
    ro, passando, di vedervi, e d'esser da
    voi accompagnato fin là, dopo che
    prima mi sarò in parte saziato di voi.
 25   Ora al presente io vo in Gerusalem-
 26 me, per sovvenire a'santi. Percioc-
    chè a que'di Macedonia, e d' Acaia, è 
    piaciuto di far qualche contribuzione 
    per li poveri d'infra i santi, che sono 
 27 in Gerusalemme. È, dico, lor pia-
    ciuto di farlo; ed anche son loro debi-
    tori, perciocchè, se i Gentili hanno 
    partecipato ai lor beni spirituali, 
    debbono altresì sovvenir loro ne'car-
 28 nali. Appresso adunque che io 
    
    avrò compiuto questo, ed avrò lor 
    consegnato questo frutto, io andrò 
 29 in Ispagna, passando da voi. Or io so 
    che, venendo a voi, verrò con pie-
    nezza di benedizione dell'evangelo di 
    Cristo. 
 30   Or io vi prego, fratelli, per lo Signor 
    nostro Gesù Cristo, e per la carità del-
    lo Spirito, che combattiate meco pres-
    so Iddio per me, nelle vostre orazioni;
 31 acciocchè io sia liberato da'ribelli,
    che son nella Giudea; e che il mio mini-
    sterio, che è per Gerusalemme, sia ac-
 32 cettevole a' santi. Acciocchè se 
    piace a Dio, io venga con allegrezza
 33 a voi, e sia ricreato con voi. Or 
    l'Iddio della pace sia con tutti voi. 
    Amen. 
 
    Romani 16 
 
      OR io vi raccomando Febe, no-
    stra sorella, che è diaconessa della 
  2 chiesa che è in Cencrea. Acciocchè 
    voi l'accogliate nel Signore, come si 
    conviene a'santi, e le sovveniate in 
    qualunque cosa avrà bisogno di voi;
    perciocchè ella è stata protettrice di
    molti, e di me stesso ancora.
  3   Salutate Priscilla, ed Aquila, miei 
  4 compagni d'opera in Cristo Gesù. I 
    quali hanno, per la vita mia, esposto
    il lor proprio collo; a'quali non io
    solo, ma ancora tutte le chiese de'
  5 Gentili, rendono grazie. Salutate an-
    cora la chiesa che è nella lor casa,
    salutate il mio caro Epeneto, il quale 
    è la primizie dell'Acaia in Cristo. 
  6 Salutate Maria, la quale si è molto 
  7 affaticata per noi. Salutate Andro-
    nico e Giunia, miei parenti, e miei
    compagni di prigione, i quali son se-
    gnalati fra gli apostoli, ed anche sono 
  8 stati innanzi a me in Cristo. Salu-
    tate Amplia, caro mio nel Signore. 
  9 Salutate Urbano, nostro compagno 
    d'opera in Cristo; e il mio caro Stachi. 
 10 Salutate Apelle, che è approvato in 
    
    Cristo. Salutate que'di casa di Aristo-
 11 bulo. Salutate Erodione, mio pa-
    rente. Salutate que'di casa di Nar-
 12 cisso che son nel Signore. Salutate 
    Trifena, e Trifosa, le quali si affati-
    cano nel Signore. Salutate la cara 
    Perside, la quale si è molto affaticata 
 13 nel Signore. Salutate Rufo, che è 
    eletto nel Signore, e la madre sua, e
 14 mia. Salutate Asincrito, Flegonte, 
    Erma, Patroba, Erme, e i fratelli che 
 15 son con loro. Salutate Filologo, e
    Giulia, e Nereo, e la sua sorella; ed
    Olimpa, e tutti i santi che son con
 16 loro. Salutatevi gli uni gli altri con 
    un santo bacio; le chiese di Cristo vi 
    salutano. 

 17   Or io vi esorto, fratelli, che pren-
    diate guardia a coloro che commet-
    tono le dissensioni, e gli scandali, con-
    tro alla dottrina, la quale avete im-
    parata; e che vi ritiriate da essi.
 18 Perciocchè tali non servono al nostro
    Signor Gesù Cristo, ma al proprio
    ventre; e con dolce e lusinghevol
    parlare, seducono i cuori de'semplici.
 19 Poichè la vostra ubbidienza è divol-
    gata fra tutti; laonde io mi rallegro 
    
    per cagion vostra; or io desidero che 
    siate savi al bene, e semplici al male.
 20 Or l'Iddio della pace triterà tosto 
    Satana sotto a'vostri piedi. La gra-
    zia del Signor nostro Gesù Cristo sia 
    con voi. Amen. 

 21   Timoteo, mio compagno d'opera, 
    e Lucio, e Giason, e Sosipatro,
    miei parenti, vi salutano. 
 22   Io Terzio, che ho scritta questa epi-
    stola, vi saluto nel Signore. 
 23   Gaio, albergator mio, e di tutta la 
    chiesa, vi saluta. Erasto, il camar-
    lingo della città, e il fratello Quarto,
    vi salutano. 
 24   La grazia del nostro Signor Gesù 
    Cristo sia con tutti voi. Amen. 
 25   Or a colui che vi può raffermare, se-
    condo il mio evangelo, e la predica-
    zione di Gesù Cristo, secondo la rive-
    lazion del misterio, celato per molti
 26 secoli addietro, ed ora manifestato,
    e dato a conoscere fra tutte le Genti,
    per le scritture profetiche, secondo il
    comandamento dell'eterno Dio, al-
 27 l'ubbidienza della fede; a Dio, sol
    savio, sia la gloria in eterno, per  
    Gesù Cristo. Amen.